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O+<
Scritture viziose sull'inarrestabilità del tempo
ph: Nicola Galli
ph: Matteo De Fina
ph: Matteo De Fina
ph: Nicola Galli
concept
Francesca Pennini
azione e creazione:
Andrea Amaducci (grafica live)
Francesca Pennini (movimento)
residenza artistica:
Teatro Comunale di Ferrara
performance per spazi espositivi e urbani
anno 2009
durata 20’
scheda tecnica
Una ricerca sul contenuto dinamico dell'istante formale, sulla complessità coerente della percezione lampante, sulla struttura filtrante del feedback in linguaggi differenti.
Un processo sintetico del movimento tramite una raccolta aleatoria di istanti.
O+< è un groviglio di impressioni retiniche, costante caduta, impossibilità pericolante o eccesso pericoloso della stasi. Continuamente mediato e tradotto ed inevitabilmente esplicito il corpo apre nella danza i paradossi sul senso dell'effimero.
Si tratta di una performance modulare durante la quale gli artisti rielaborano e deteriorano di volta in volta le informazioni. Il writer acquisisce dei frame della danza tramite una specifica modalità del guardare e il movimento viene “taggato” con estrema velocità sulla superficie scenica. La danza è costruita e decostruita secondo norme di continua precarietà, che trovano un senso esclusivamente cinetico, irrimediabilmente dinamico. In questa caduta inarrestabile il performer si alimenta dei cinémi via via scritti nello spazio generando un circuito di feedback in cui gli istanti di movimento sono a loro volta recuperati in una sintesi non gerarchica che procede per deformazione e mutazione.
"[...] E in mezzo a questo campo magnetico, fatto di schegge di rimandi e sollecitazioni, quello che più affascina è la traccia che il movimento può lasciare di sé: l’unica davvero sensata, cioè quella che passa attraverso l’esperienza altrui, piantandovisi e germogliandone modificata. Accresciuta, forse.
E’ così che il movimento della Pennini, fatto di braccia sospese verso l’altro che poi si sciolgono in serpentine vigorose - dita dal tremolio febbricitante quasi a sondare l’aria e gambe di gomma che cercano sempre appoggi e passaggi imprevisti - diventa un enorme quadro stilizzato e con decine di creature umane in movimento, un quadro in cui la danzatrice può rimirarsi in un’immagine alterata e
moltiplicata.
E allora lo spettatore, accecandosi magari nello stesso buio luminoso da cui provengono i disegni di Andrea Amaducci, può individuare un proprio percorso di lettura in quella selva di arti e fotogrammi di movimento, fusi in una scia dinamica in cui è facile perdersi. [...]"
[ Giulia Taddeo - KRAPP'S LAST POST ]
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