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MANIFESTO CANNIBALE

include:
[ Palpebra ]
[ Dear Franz, enjoy rolling in your grave ]
[ L'inverno degli ultracorpi ]
[ SSSSHT ]
[ Nobody remains unmoved ]
and much more...

Parte della ricerca "Esercizi di pornografia vegetale"

Esseri umani in ordine di età:

movimento: Emma Saba
movimento, organizzazione: Carmine Parise
movimento, invenzioni tecnologiche: Simone Arganini
movimento: Teodora Grano
movimento, brainstorming, messa in scena: Angelo Pedroni
concept, regia, voce: Francesca Pennini
pianoforte, movimento: Davide Finotti
scenografia, luci: Alberto Favretto
playlist: Spettatrici e Spettatori
voce: Dietrich Fischer-Diskeau
musica: Franz Schubert

coproduzione:
CollettivO CineticO
Fondazione Romaeuropa
Fondazione Teatro Comunale di Ferrara

con il supporto di:
Fondazione I Teatri
Centrale Fies | Art Work Space
ATER Fondazione / Teatro Comunale Laura Betti

con il sostegno di:
Regione Emilia Romagna
MIBAC

piece per spazi teatrali
anno 2021

durata: 75 minuti + ∞

scheda tecnica

La riflessione di CollettivO CineticO sul tempo prosegue in un’indagine filosofica e fisica sulla trasposizione di condizioni proprie del mondo vegetale.
La dimensione vegetale è criptata sotto la pelle degli abitanti della scena in uno slittamento di parametri, un radicale e silenzioso scivolamento del punto di vista, un fuori-fuoco dell’antropocentrismo, una gentile distorsione del patto contemplativo che sposta la fruizione di qualche diottria.
Suono e luce diventano soggetti fondamentali della chimica scenica in un rito percettivo di trasformazione dei corpi, un passaggio di stato della carne, mescolanza tra fasi di esistenza diverse.
Il repertorio musicale del Winterreise di Schubert viene trattato come se fosse materiale coreografico, secrezione corporea.
Gli spartiti vengono tradotti con gli stessi principi di alterazione registica che regolano la scena coinvolgendo i musicisti come parte integrante dell’azione sia da un punto di vista fisico che sonoro. Un inverno del corpo umano che passa dal buio all’abbacinante, dal sonno al dispendio sudatissimo di energie.
Un fenomeno che vibra tra la fisicità pittorica dell’iconologia cinquecentesca e il pulsare vivo della carne presente.
Un invito ad uno sguardo tattile, ad un’immersione in silenzi ad alto volume.

"Viene ora l’inverno dei corpi
Corpi stranieri vanno dal chilometraggio al millimetrato
Antropoperiferie per spettatori del futuro
Fotosintesi articolari di una rivoluzione al microscopio
Pelle rovesciata / trasparentissima piega / dentroscopia infinita

Allora tu:
Trattieni il fiato fino alla fine di tutte le parole che hai in mano
Fai succedere qualcosa di segreto nella tua bocca
Qualcosa come:
La complessometria di un corpo tenero
Qualcosa che si disfa subito

Calmati:
È solo qualcosa sul gusto di precipitare / abbacinare / calcagnare
Qualcosa sulla grazia del pericolare
Come confermare il callo fino allo zoccolo, per sentire quando arrivi
Come fare piano piano e guardare tutto dal punto di vista di un’orchidea
Come scommettere su un assetto non articolabile: qualcosa di onesto
Come separare con le dita la voce dalla gola

Adesso:
Guarda. Guardati dentro ai vestiti, guardati la superficie degli occhi;
guarda qualcosa di abbastanza nero da farmi passare nelle tue pupille
Cosa daremo alla gola in cambio della voce?"

[ Francesca Pennini ]

"[...] Questi e altri – saranno decine – sono gli sguardi che il pubblico può gettare sul mega-meccanismo, anzi sul dispositivo, anzi sull’organismo – organismo impressionante, accogliente, delicatamente, centrifugo ma non violento – di “Manifesto Cannibale”.
Davanti a noi si dibatte un corpo multidimensionale che non si accontenta del dato di fatto di uno sguardo monodirezionale, quello della platea, ma lo amplifica e moltiplica: prima di tutto “all’indietro” nel lavoro dell’interpretazione, della scoperta, in un dialogo appassionato con i suoi autori attraverso biografia, paratesto e tanto altro.
Poi, con un’incontentabilità onnivora: non gli basta la danza come linguaggio (si danza in un senso riconoscibile davvero solo nell’ultimo dei 24 pezzi), né come approccio critico a quel linguaggio (non potremmo definire tutto il lavoro semplicemente come una coreografia sui 24 lieder del Winterreise di Franz Schubert, suonati in scena da Davide Finotti sulla voce registrata di Dietrich Fischer-Dieskau?). Ha bisogno della letteratura discontinua del manuale di istruzioni, del meccanismo di innesco di un contatto fisico tra pubblico e scena (è uno spettatore che dà il via allo spettacolo, tirando una cordicella appesa all’alluce di un performer), della tecnologia in scena di telefoni e tablet che non stride nemmeno con la presenza imperiosa e burbera di un pianoforte a coda.
Neppure il tono di questo organismo si può univocamente ridurre al colore tipico del CollettivO, quello dell’ironia o dell’ilarità. Questo organismo, «cresciuto troppo», inafferrabile, polimorfo, questo corpaccione non è per questo privo di agilità e tenerezza, che sia una coraggiosa erezione “a sorpresa” o una coppia di mani che, coprendo gli occhi del pianista, ci mandano tutti “a buio” insieme a lui. In sua compagnia, non è raro imbattersi nell’improvvisa delicatezza di piccole cattiverie, in brividi dichiaratamente lubrici, in attimi di distillata bellezza cannibale."
[ Carlo Lei - krapp's Last Post - 16/11/2021]

VIDEO TRAILER / INTERVISTA


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