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Dialogo Terzo
IN A LANDSCAPE

Parte del progetto triennale "Dialoghi" ideato da Francesca Pennini

regia, coreografia:
Alessandro Sciarroni

azione e creazione:
Simone Arganini
Margherita Elliot
Carmine Parise
Angelo Pedroni
Francesca Pennini
Stefano Sardi

disegno luci:
Alessandro Sciarroni

musica:
John Cage
Stefano Sardi

abiti:
Ettore Lombardi

tecnica:
Stefano Baraldi

coproduzione:
CollettivO CineticO
Aperto Festival - Fondazione I Teatri di Reggio Emilia
Teatro Comunale di Ferrara
Operaestate Festival Veneto/CSC
Marche Teatro, teatro di Rilevante Interesse Culturale
Centrale Fies / Art Work Space
con il sostegno di MIBACT e Regione Emilia Romagna

residenze artistiche:
Teatro Comunale di Ferrara
Centrale Fies / Art Work Space

piece per spazi teatrali e non
anno 2020

durata: 35 minuti

scheda tecnica

Credo che il lavoro dovrebbe chiamarsi In a landscape: vorrei rubare questo titolo al brano monimo di John Cage e vorrei anche utilizzarlo in scena. Credo che il brano possieda l'atmosfera giusta. Composto nel 1948, per piano o per arpa to sober and quiet the mind, thus rendering it susceptible to divine influences.

Con il CollettivO CineticO ci siamo allenati ad una nuova pratica. Come nei miei altri lavori c'è sempre qualcosa di leggero e misterioso nell'ostinazione della ripetizione, qualcosa che sembra avere un'energia opposta rispetto alla pazienza, alla fatica e all'ostinazion dell'azione che stanno compiendo. Ma questa volta mi sembra di riuscire a vedere anche dell'altro. Mi sembrano delle figure tutte tese verso ciò che pare somigliare ad un sentimento di serena determinazione che tende ad una sparizione: un'estinzione volontaria del soggetto. Un atto d'amore estremo. La scelta di una dipartita definitiva.

Ma ammetto che il mio sguardo non sia oggettivo

[ Alessandro Sciarroni ]

"Si crea ancora una volta un ambiente, tanto sonoro quanto estetico, sintentico, geometrico, di corpi che quasi svaniscono nell’esercizio ma che al contempo si esaltano della presenza oggettuale, nell’utilizzo esteso e costante dei ridotti ma non pochi movimenti del corpo che il celebre cerchio consente. Il luogo è un indefinibile spazio temporale, così come la composizione musicale, che accompagna la creazione e che rimanda ad astratte sonorità ambient. Ne deriva un pregevole e armonico lavoro di pensiero sul collettivo e di eleganti rapporti di dialogo fra singolo e plurale, in una danza costretta e composta, mai ginnica e sempre affacciata su una concettualità lasciata al sentire dello spettatore."
[ Renzo Francabandera - paneacquaculture.net - 07/09/2020]

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