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X D
Vignette sfuse per uso topico
ph: Valentina Bianchi
ph: Marco Davolio
ph: Valentina Bianchi
frammento del progetto C/o
concept e regia:
Francesca Pennini
azione e creazione:
Andrea Amaducci
Carmine Parise
Angelo Pedroni
Francesca Pennini
Giulio Santolini
residenza artistica:
Teatro Comunale di Ferrara
performance modulari per spazi urbani
anno 2010
Lo spazio urbano viene ritagliato in vignette performative tratte dallo spettacolo teatrale XD scritture retiniche sull'oscenità dei denti.
I corpi e le azioni dei performer aderiscono a luoghi di tipologie differenti articolandosi in sfaccettate modalità temporali di interazione e attraversamento da parte del pubblico: dalla dilatazione rilassata della piazza al count-down di un passaggio pedonale a semaforo.
Hanno partecipato a fasi di creazione o a performance eccezionali:
Luca Cecere, Carolina Fanti, Nicola Galli, Gloria Minelli, Chiara Minoccheri, Andrea La Motta, Demetrio Villani, Fabio Zangara
“Attraversamento pedonale antistante la stazione di Bologna. Un venerdì di
rientri dal lavoro e dalle vacanze. Le 17:45 sono scandite da andirivieni di
trolley e biciclette, cellulari, occhiali da sole e valigette. Verde. Un
ragazzetto pallido e tutto nervi vestito da Superman, con tanto di mutanda
blu elettrico, mantello rosso sfavillante e calzettoni di spugna, si lancia
correndo dal marciapiede. Salta, tuffandosi in avanti. Lo acchiappano al
volo due complici, che lo attendono accovacciati dall’altra parte della
strada e lo portano via di gran carriera, secco, lui, come uno stoccafisso e
col pugno teso verso l’infinito. Fine dell’azione performativa. Durata: 1’.
Questa è una delle vignette che formano il fumetto esploso e stralunato di “XD – 5 vignette sfuse per uso topico” [...] Questi “senza volto” sono tra i protagonisti di un racconto per immagini in cui le maschere tragiche del sorriso postmoderno danzano insieme a supereroi malandati e inebetiti, da portare a spasso come cagnolini e dai corpi androgini, anonimi anche quando indossano il passamontagna dell’Uomo Ragno, così colorati da apparire lividi e malconci. Corpi su cui tracciare col pennarello i percorsi rossoblu di vene e arterie, la cui pelle può essere strizzata e pinzata da strisce di cerotto. Corpi, insomma, che non ci raccontano sogni di avventure e di poteri speciali, ma sono il lacero precipitato di una realtà rovesciata, in cui miti e icone pop costruiscono l’identità di una generazione e al contempo cannibalizzano le possibilità della fantasia creatrice, facendosi sostituto di un essere sempre meno senziente e desiderante.”
[ Giulia Taddeo - KRAPP'S LAST POST - 09/2011 ]
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